STORIA 2008

Ho una storia complessa , kafkiana letteralmente.. anche per l’effetto domino che ha provocato mia permanenza forzata in Sicilia, e gli anni trascorsi, che cercherò di sintetizzare il più possibile.
Sono, ovviamente, a disposizione per ulteriori chiarimento, documenti ecc.
Sono arrivata in Sicilia nel 91, con un offerta di lavoro che doveva durare due anni.
Ho scelto un tipo di lavoro che mi permettesse di viaggiare, e ho lavorato in diversi paesi, per la cronaca, senza mai problemi. Sono cittadina francese.
Non ho mai pensato di stabilirmi definitivamente qui, avendo pianificato ricongiungermi con mia famiglia che vive tutta in America ;essendo da 20 anni cittadini americani.
La mia situazione era la seguente quando sono arrivata in Sicilia:
Avevo una casa di proprietà , diversi investimenti e assicurazioni sulla vita ecc , il futuro dunque assicurato, con metodi indipendenti, un lavoro autonomo, con dei guadagni sopra la media, una vita gratificante e con diversi interessi., ovviamente con i documenti in regola. Avevo 45 anni.
Lavoravo nel settore arte come libera professionista.
Mia situazione attuale:
Da 15 anni in condizione di schiavitù o servitù , obbligata a sottostare al illegalità lavorativa e non , a subire sfruttamenti, soprusi, e svariate violenze fisiche e psicologiche, per potere sopravvivere, nella completa indifferenza e omissioni, soprattutto delle autorità statale , alle quale mi sono rivolta e continuo a rivolgermi. ( art 28 cost)
Con la vita depredata del passato, del presente e del futuro.

Ho una storia complessa , anche per l’effetto domino che ha provocato mia permanenza forzata in Sicilia, e gli anni trascorsi, che cerco di sintetizzare il più possibile.
Sono, ovviamente, a disposizione per ogni chiarimento, documenti ecc.
Sono arrivata in Sicilia nel 91, con un offerta di lavoro che doveva durare due anni.
Ho scelto un tipo di lavoro che mi permettesse di viaggiare, e ho lavorato in diversi paesi, per la cronaca, senza mai problemi.
Mai pensato di stabilirmi definitivamente qui, avendo pianificato ricongiungermi con mia famiglia che vive tutta in America, essendo da 20 anni cittadini americani.
Mi situazione era la seguente quando sono arrivata in Sicilia:
Avevo una casa di proprietà, diversi investimenti e assicurazioni sulla vita ecc , il futuro dunque assicurato, con metodi indipendenti, un lavoro autonomo, con dei guadagni sopra la media, una vita gratificante e con diversi interessi., ovviamente i documenti in regola.
Lavoravo nel settore arte come libera professionista.
Mia situazione attuale:
Da 15 anni in condizione di schiavitù o servitù , obbligata a sottostare al illegalità lavorativa e non , a subire sfruttamenti, soprusi, e svariate violenze fisiche e psicologiche, per potere sopravvivere, nella completa indifferenza e omissioni, soprattutto delle autorità alle quale mi sono e continuo a rivolgermi
Con la vita depredata del passato, del presente e del futuro.
Questo incubo è iniziato paradossalmente e continua, solo per mia abitudine alla legalità.
Come risultato di questa mia usanza, la giustizia , per prima diventa un “arma impropria”, ogni qualvolta che ho provato a difendere diritti fondamentali:
Due rinvii a giudizi con ,come conclusione : due assoluzione con formula piena: perché “ il fatto non sussiste “, dopo DODICI anni di attesa complessiva. Due volte rinviata a giudizio dunque completamente innocente.
Con l ‘aggravante che mi è stato comunicato : “ l’obbligo di non espatriare”. Ciò che mi ha lasciato in condizione di detenzione in Italia, privata de mia libertà, di fatto.
La prima vicenda giudiziaria :
Ho semplicemente cercato di essere pagata per mio lavoro,e di fare rispettare gli accordi pattuiti.
Soprattutto miei collaboratori messi in regola.
Il risultato, che premetto è consuetudine con gli stranieri : una contro denuncia penale come palese ritorsione per osare pensare di avere diritti. ( ripeto che spiegherò i dettagli separatamente)
Il comportamento irregolare del sindacato, ha solo complicato le cose , non siamo stati neanche pagati.
Questo rinvio a giudizio con diversi errori giuridici di svariati tipi, oltre il lecito, anche nelle procedure, strumentale., non solo mi ha comportati danni irreparabili, ma ha limpidamente favorito l’illegalità , invece di combatterla.
Ha permesso al mio datore di lavoro di continuare allegramente ad aggirare le legge sul lavoro come aveva sempre fatto, e anche quelle fiscale. Gia condannato 4 volte per questo reato in passato.
Il danno irreparabile per me, è stato il rinvio a giudizio, ha cancellato i miei rapporti , basati sulla fiducia, con i miei clienti e con le ditte. Sono stati resi inutili anni di esperienza e impegno
Ma soprattutto è uno dei pochi lavori che non può essere esercitato con carichi giudiziari pendenti. Sono rimasta dunque, senza il mio lavoro; in un territorio al dire poco particolare , soprattutto per le donne, ( ho il difetto di essere single , me ne scuso).. Infatti da quella data , anche si ho SEMPRE lavorato, adattandomi a diversi altri lavori, lo ho dovuto fare sempre in nero, dovendo sottostare alla consuetudine del territorio.
Il secondo rinvio a giudizio mi ha comportato anche conseguenze ben più gravi. .
Nel 1994, dunque aspettando la prima causa, ho cercato di continuare una vita normale , anche di integrazione. Come è mia abitudine.
In seguito a mia attività di volontariato con le estreme marginalità, (evidentemente il mio combattere la droga ha dato fastidio a qualcuno), dopo svariate minacce , ho avuto l’autovettura incendiata. Avvertimento concreto, ben identificabile, nel sud, in una certa criminalità .
Cercando di denunciare l’accaduto ho solo avuto l’onore di un verbale per motivi assicurativi della pubblica sicurezza. E il “consiglio”: torna al tuo paese. Frase che è diventata un ritornello da allora, soprattutto dalle autorità. Lo avrei fatto volentieri, a quel punto, andarmi, si potevo lasciare il territorio nazionale, per inciso.
Come la prima volta, il provare a denunciare danni e violenze illecite, ha avuto un effetto curioso: è seguito nei miei confronti una denuncia per: “presunte minacce da parte mia , di denunciare ai carabinieri “, chi verosimilmente è stato l’autore del danneggiamento della mi machina..
Persona pluri pregiudicata , e che ha verbalizzato per altro, scrivo testualmente:
“Nel ambiente la “denuncia”è considerata cosa riprovevole, ed io, pure non facendo più parte del mondo malavitoso da tempo,non voglio infrangere tale regola. Mi rifiuto di sottoscrivere questo verbale.”
Mi risulta che una persona che verbalizza una cosa del genere, che rispetta altre regole che quelle lecite, non sarebbe attendibile neanche come testimone.
Contro ogni ragionevolezza , prove, testimoni, ecc, sono sta IO rinviata a giudizio di NUOVO.. . Sempre assolta, dopo altri lunghi anni, sempre con formula piena ,dunque innocente di nuovo.
Dopo questo nuovo rinvio a giudizio., ho continuato a subire sempre più minacce e violenze in crescendo da “ignoti” .Senza che mi fosse permesso dalle forze pubbliche di fare denuncie, e senza darmi nessuna protezione.
Evidentemente le autorità non ritengono che avrei dei diritti per mia condizione de straniera.
Ritengo che il termine discriminazione, come minimo, sia ben adatto
In questa storia ci sono altri fatti molto gravi, che non riguardano solo me, e che preferirei per ovvi motivi, esporre in sede adatta, se mi era consentito, e che vanno ben oltre le semplice omissione delle autorità proposte, credevo, a mia tutela come cittadina .
In questi lungi anni, infinità di odissee , anche per mio sostentamento, ma nell 200O finite miei traversie giudiziarie, ero in procinto di andarmene.
Un mio padrone di casa , (premetto che come sempre pagavo regolarmente l’affitto), approfittando di mia assenza per lavoro, si è tenuto tutti miei averi, ( trattasi de una casa ammobiliata completamente, elettrodomestici , cose personale ecc) anche mio passaporto, ( cosa che mi succede continuamente) neanche questa volta, il permettermi di inoltrare una querela i carabinieri.
Anzi è seguito di nuovo una denuncia nei miei confronti ; questa volta ho capito e ho smesso anche di provare a curare miei interessi. Mi sarei trovata certamente con altro rinvio a giudizio IO, e aspettando altri anni per avere “giustizia”.
Infatti appena rinunciato a tutelarmi, e cedendo “ affabilmente”i miei averi.,ho avuto la “fortuna”
del ritiro ,della ormai, onnipresente denuncia contro di me. Ho riavuto solo mio passaporto, per la cronaca.
Ho dovuto aspettare messi, per riprendere al meno mio passaporto, e i soldi che avevo per andarmene ovviamente sono finiti. Anche perché questa ennesima “avventura” mi ha provocato anche dei seri problemi di salute.
Lascio immaginare miei difficoltà, ritrovandomi senza NULLA., impossibilitata di ricongiungermi con la mia famiglia e senza nessun sostegno.
La cosa eccezionale è che non potendo dimostrare che lavoravo, obbligata a farlo sempre in nero., mi sono scaduti i documenti , e sono diventata clandestina, inesistente.
Finendo fra i “sans papiers “,nella ragnatela dei soprusi, ricatti, minacce; sottopagata e spesso anche non pagata , sfruttata , “normalità” che subisce chi è in questa condizione di palese schiavitù o servitù..
Sono stata pure senza assistenza medica : mi è stata negata quella per gli extracomunitari, non appartenendo a detta categoria , essendo francese.
Il non potere dimostrare neanche di esistere, mi ha impedito in primis, di potere espletare ricorsi prima che scadessero i termini, per cercare di avere una riparazione e un risarcimento per i danni ingiusti di tutti tipi, materiale e non, che subisco ancora, che sarebbe l’unico che mi potrebbe permettere di provare a riprendere una vita, degna di chiamarsi tale.
Ho interpellato infinità di autorità, per mio problema di documenti, anche per cercare di denunciare soprusi seri , avendo come risposta regolarmente la minaccia di espulsione.
Ho interpellato anche il ministero del interno, cercando di allacciarmi al provvedimento speciale del ministro Amato , per le stranieri in situazione di schiavitù, potendo bene dimostrare l’analogia , nessun risultato, rimandata ,come sempre ,di uffici in uffici.
Il ministero mi ha rinviato alla prefettura , che mi ha rinviato al consolato, che come prevede gli accordi internazionali, mi ha rinviato di nuovo alla prefettura., che a parola continua a rimandarmi al consolato.
Sono riuscita alla fine ad avere i documenti, anche il soggiorno, attingendo al illegalità,( mi appello allo stato di necessità. Come penso sia evidente, per vie legale non ottengo NIENTE.)
Ho continuato miei giri, pienamente in regola, da tre anni, sempre senza nessun risposta ufficiale.
I funzionari della prefettura, se limitano a promesse verbale ,che mi danno false aspettative, no dandomi una notificazione ufficiale che non sono del loro interesse, lo che mi avrebbe permesso di attivare mio consolato.
Premetto, a scanso di equivoci, che nessuno se prende la briga di verificare NULLA di quello che affermo, ne tanto meno di verificare documenti, dunque nessun parametro riscontrabile de la attendibilità de miei rimostranze o meno , che non sia alzare il “muro di gomma” per una storia evidentemente “scomoda”.
I continui inviti ufficiale delle istituzione , a denunciare , a fare sentire “la propria voce”, diventano ai danni, la beffa, impedendomi di adempiere.
Ho smesso di lavorare ,e di cercare altro lavoro da 5 messi, mi è scaduto il contratto d’affitto, per finita locazione. Mia situazione psico fisica è al limite, spero sia comprensibile.
Inutile continuare in questo girone infernale, preferisco la morte che questa vita priva di ogni diritto, dignità e di ogni futuro. La morte civile per mia personalità è ben più onerosa della morte fisica.
Riesco ancora a sopravvivere con dei risparmi che ovviamente ci stano definitivamente prosciugando.In questi lunghi anni ho venduto tutto, anche svenduta mia casa, per sopravvivere e pagare avocati. In fumo il lavoro di una vita. Depredata anche del mio presente e senza un futuro.
Fino ad adesso sono riuscita ad essere indipendentemente economicamente, avendo sempre lavorato,in un territorio dove il lavoro è una rarità, anche eseguendo lavori ben poco gratificanti ,
nutro la speranza di evitare il mettere in dubbio la mia capacità di adattamento, pazienza e buona volontà.
Spero di avere il diritto di non andare oltre il mio limite di sopportazione, gia ben superato.
Ho contribuito , dunque, allo sviluppo del economia di vostra società, non ho contratti debiti , ne gravato mai su nessuno e intendo continuare a farlo fino a che miei forse, oramai al limite, me lo consentiranno.
Non intendo assolutamente perdere la mia autodeterminazione, e indipendenza, indisponibile dunque a qualunque intervento che non rientri nelle miei aspettative e con l’ insindacabile diritto alla mia personalità.
Chiedo solo quello che mi risulta mi è dovuto. Ho la “mania” dei diritti, avendo sempre adempiuto ai miei doveri.
L’ intervento che richiedo, è per altro, ben contemplato nel vostro ordinamento e nella costituzione. Anche le modalità e i tempi consone a mia situazione di urgenza, che spero sia limpido, non è provocata ,neanche questa ,per mia volontà, o ignoranza, essendomi e continuando ad indirizzarmi agli svariati organi preposti in tempi utili per evitare di arrivare a questa situazione di EMERGENZA.
Non ritengo che rientri nei miei doveri il continuare a subire in prima persona per “disfunzione” del sistema dove sono intrappolata , ripeto, senza NESSUN comportamento personale, che possa avere provocato questa mia anomala condizione ,che non sia essere rispettosa della legge, e fiduciosa nella giustizia.(sic)
Spero che 18 anni di provare ad usare canali regolari senza risultato, mi eviti che si fascia appello a mia pazienza e comprensione.
La rassegnazione non mi appartiene , il silenzio , che mi viene imposto, tanto meno.
Lo scioperò della fame non è una iniziativa dimostrativa è il compimento di una condanna che mi viene inflitta di fatto.
Anche l’annunzio di questo gesto estremo, (per me un scioperò della fame lo è senza dubbi,), lascia anche indifferente le istituzione. Ne prendo atto.
L’indirizzarmi al opinione pubblica, alla società civile è mia ultima risorsa per rompere il muro del silenzio e del indifferenza.. Sembra anche l’unica possibilità di esistere ed essere sentiti.
Per me sarà l’ultima violenza, essendo mio carattere riservato.
Ma ritengo un dovere sociale fare mia piccola parte , mi scuso della retorica, ma spero seriamente che sia utile ad altri, mia storia, anche per la comprensione di certi fenomeni, soprattutto con gli stranieri , dei quale ultimamente se parla tanto
Mi assumo , come è mia abitudine, ogni responsabilità delle cose che affermo, chiedo semplicemente che le autorità rendono conto delle loro di responsabilità, in linea con le rispettive funzioni istituzionali.
Mi preme specificare che nessun problema con le persone comune, mi ritengo ben integrata. Il sentirmi dire, cosa ricorrente : torna a tuo paese, mi viene regolarmente detto soprattutto dalle autorità.
Sarei ben lieta di andarmene , e mi sembra naturale che mi si ridiano i miei mezzi,
che ricordo erano ben concreti al mio arrivo in Sicilia, e dei quale sono stata depredata.
Essendo ben dimostrabile il nesso causale tra la mia incresciosa situazione attuale, e la quantità di ingiustizie, delle quale sono vittima tuttora.
Stabilirmi in America, per le leggi americane è complesso, ma in ogni caso gravare sua mia famiglia , è impensabile per mia mentalità.
Grazie del attenzione.
Ripeto che per ragioni di sintesi, non do più approfondite spiegazioni su diverse vicende , sperando come sempre ,che qualcuno abbia la cortesia di fare una accurata verifica, che è banalmente quello che richiedo da ANNI, anche dei dettagli che sono sicuramente quelli più inquietanti.